Li Wenliang è morto. Era il medico che fu tra i primi a lanciare l’avvertimento sul virus che oggi colpisce e spaventa in tutto il mondo. Si era a dicembre, da noi si pensava alle feste natalizie e al capodanno; quello cinese sarebbe venuto esattamente un mese dopo la principale ricorrenza cristiana inaugurando l’anno del topo secondo la tradizione locale. Wenliang non solo non fu ascoltato, ma venne accusato di diffondere notizie false e allarmistiche, salvo a essere scagionato e riammesso a svolgere il suo lavoro di oculista nel nosocomio di Wuhan, l’epicentro dell’agente patogeno. Le fonti ufficiali, negli ultimi aggiornamenti, indicano in 637 il numero dei decessi a fronte di 31.161 contagiati, mentre rientrerebbero nell’ordine delle migliaia le esecuzioni capitali rilevate da Amnesty international. Lascia l’ospedale di Yichang, nella provincia centrale di Hubei, il signor Wang, che con i suoi novantuno anni risulta il paziente guarito più anziano e ringrazia tutto lo staff medico.
Lillo S. Bruccoleri
Nella foto: Li Wenliang