Non è stato facile ma nonostante l’avversa situazione provocata dal Covid19 il conservatorio Rossini non ha mancato di celebrare, come rilevato dalla stampa, la ricorrenza di Santa Cecilia, patrona dei musicisti.
Il direttore Fabio Masini. Il nuovo direttore del conservatorio, Fabio Masini, compositore e docente, ha superato brillantemente gli ostacoli con competenza e tenacia avvalendosi dell’apporto di docenti, studenti e struttura dell’istituto, dove il responsabile dell’ufficio stampa Leonardo Damen ha curato la gradevole grafica dell’invito. Masini ha gestito la predisposizione di un raffinato concerto che sarà eseguito nell’auditorium Pedrotti, con tutte le misure anticovid e ovviamente senza pubblico, e trasmesso in streaming unitamente a un video su palazzo Olivieri. Come nelle precedenti edizioni della manifestazione una messa solenne, celebrata dall’arcivescovo metropolita Piero Coccia, ha chiuso la giornata rievocativa.
L’arcivescovo Piero Coccia. L’arcivescovo di Pesaro non è nuovo rispetto all’evento avendo spesso in passato presieduto la liturgia eucaristica pronunciando omelie di alto spessore. Sulla sua scia anche i vicari generali lo hanno sostituito nelle circostanze in cui egli non ha potuto essere presente, come ultimamente don Stefano Brizi, anche lui autore di riflessioni particolarmente incisive. Il senso di questo collegamento tra musica e celebrazione religiosa non è certo rituale ma esprime il legame che il conservatorio ha cercato di stimolare, almeno negli ultimi decenni, tra musica e momenti di approfondimento spirituale, non necessariamente religiosi ma occasione di riflessione, arricchimento e crescita degli studenti. Come del resto avviene, sotto il profilo della maturazione civico-sociale, con il concerto per la festa del lavoro o con il «Ferragosto al San Salvatore» cui, sempre in quest’ottica, detti vita a suo tempo.
Quando iniziai la mia «operatività» al conservatorio cercai di rafforzare la ricorrenza ed il rapporto tra istituto e città dando particolare peso a quello che venne presentato come «concerto per la città». Ma la messa, celebrata quasi sempre nella chiesa di Sant’Agostino, era già da diversi anni promossa dagli Amici della lirica (gli indimenticabili Gilberto Calcagnini e Luisa Biscuola) con l’intervento musicale di studenti. Noi, come istituzione, ci affiancammo e l’evento figurò in seguito coorganizzato dalle due entità. Da non trascurare poi che gli Amici della lirica hanno sempre erogato borse di studio o contributi al conservatorio, sempre con fondi personali dei soci.
Il maestro Luca Ferrara. Il concerto è stato diretto dal maestro Luca Ferrara, apprezzato docente e «storico» ed esigente (come tutti quelli bravi) direttore della orchestra del conservatorio Rossini. Nel suo curriculum tra l’altro figura il concerto svoltosi nel salone dei Corazzieri al Quirinale allorquando il conservatorio fu invitato dalla presidenza della Repubblica, primo ed unico in Italia, ad eseguire il 29 febbraio 2000 il concerto «dedicato a Gioachino Rossini». Presenti il presidente Carlo Azeglio Ciampi e le massime autorità dello Stato. Dovendosi preparare alla esecuzione, a Ferrara venne assegnata una sontuosa stanza dei cosiddetti «appartamenti imperiali» in quanto attigui al salone dei Corazzieri, sede appunto dell’evento. Ambienti sfarzosi, che vennero appositamente sistemati, decorati e ammobiliati per due visite del Kaiser Guglielmo II (nel 1888 e nel 1893) e rientranti nella cosiddetta «Lungamanica», lato sud del complesso architettonico del Quirinale.
Venti anni prima, quando ancora le visite di Stato avvenivano con cerimoniali meno semplificati di oggi, quegli appartamenti avevano ospitato la regina Elisabetta ed il principe Filippo (giunti con bagaglio di 150 valigie) in visita in Italia. E qualcuno scherzò con Ferrara ammonendolo: « Se ti prende Filippo…» perché l’ambiente a lui destinato pare fosse proprio quello dove Elisabetta aveva pernottato.
Elisabetta è rimasta anche nei miei ricordi. Ancor prima c’era stata un’altra sua visita di Stato. Ebbi modo di veder sfilare il suo corteo nei pressi dell’Antonianum a Roma, in via Manzoni (allora l’ambasciata del Regno Unito aveva una ubicazione diversa dalla attuale), diretto a rendere onore al monumento del milite ignoto. Erano ancora tempi in cui i capi di Stato attraversavano la città, in assenza di terrorismo e di intasamento di traffico, in auto scoperta in mezzo ad ali di folla festante. Ebbene, mi rimase impresso il saluto al popolo della regina: avvolta in lunghi guanti bianchi e braccio alzato ad angolo retto, immobile, era la sola mano a roteare sul polso. Non proprio… lo «sbracciarsi» di oggi.
Docenti e benemeriti. La giornata dovrà rinunciare a significativi corredi operativi: la consegna, rinviata a momenti migliori, delle pergamene di benemerenza ai docenti cessati dal servizio e a quelle destinate ai «benemeriti del conservatorio», il cui albo è stato istituito con deliberazione del consiglio di amministrazione n. 50 del 2018 per «attestare la riconoscenza dell’istituto a quelle persone od a quegli enti che nel tempo e a vario titolo hanno generosamente sostenuto il conservatorio statale di musica “G. Rossini” con atti di liberalità ovvero con iniziative volte ad avvantaggiare l’istituto».
Il formale varo del relativo regolamento attuativo, già predisposto, tuttora pendente, non impedirebbe, quando possibile, tale attestazione ad alcune delle personalità già individuate quali Ivana Baldassarri (donazione della ricca biblioteca del consorte Gualtiero), Miranda Paolucci (donazione dell’annuario del liceo Rossini del 1892), Giorgio Badioli (donazione della documentazione storica sul conservatorio), Gian Maria Fara, Eurispes (consistente atto di liberalità) e Vittorio Livi, Fiam (donazioni ripetute di pregevoli sculture), testimoni autorevoli del rafforzato legame del conservatorio con la città e le istituzioni.
Giorgio Girelli
Presidente emerito del conservatorio statale Rossini di Pesaro
Nella foto: Giorgio Girelli con i maestri Fabio Masini, attuale direttore, e Ludovico Bramanti