Eduardo Cunha era considerato uno dei politici più spregiudicati e potenti del Brasile, al punto da aver autorizzato il procedimento di impeachment nei confronti del capo dello stato Dilma Roussef. Nel giro di pochi mesi il suo destino è radicalmente cambiato: destituito dal mandato parlamentare dopo un lunghissimo processo presso il consiglio etico di quella stessa camera che ovviamente non poteva più presiedere, da implacabile accusatore della sua rivale politica sbalzata dalla suprema carica dello stato è stato a sua volta inquisito per corruzione nell’ambito della inchiesta Lava-Jato sui fondi neri Petrobas. Il declino a questo punto è divenuto precipitoso, dal rinvio a giudizio della scorsa settimana all’arresto appena eseguito. Giusto un mese fa si erano acuite le accuse nei confronti del predecessore della Roussef, Lula Da Silva, indicato come il massimo responsabile della corruzione.
N° 42 giovedì 20 ottobre 2016