Dal palco del foro italico del capoluogo siciliano scompaiono d’incanto le remore politiche e le discussioni legate alla scelta degli assessori al comune di Roma. Lei, sindaco cittadino e metropolitano, si presenta con la rivendicazione orgogliosa del muovo che avanza nell’amministazione, anzi nell’intero panorama nazionale. Ce n’è per tutti cominciando da Matteo Renzi: «Ci attaccano per ogni cosa, anche per le mie orecchie, che sono grandi. Che ci posso fare? E la cosa vergognosa è che è proprio il premier ad attaccarci, lui che non ha rottamato nessuno, che siede al tavolo di Berlusconi e di Verdini, Malagò, Montezemolo, i suoi amici». Poi il no alle olimpiadi e infine Roma: «È una città devastata, non c’è nulla che funzioni, abbiamo tutto da ricostruire, ed è quello che stiamo facendo. Ieri è crollata una palazzina e abbiamo avuto difficoltà a trovare alloggio alle 23 persone rimaste senza casa. Perché fino ad oggi tutto funzionava con il sistema Buzzi-Carminati e noi adesso dobbiamo lavorare sull’ordinario. Dobbiamo portare una rivoluzione normale».
N° 18 lunedì 26 settembre 2016