Non solo virus

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OGGI QUATTRO ANNI FA

Cade il ventisette febbraio la giornata mondiale dell’orso polare (international polar bear day): l’ursus maritimus, così chiamato nel linguaggio scientifico, è il re dell’Artico e gode di larga popolarità. Peccato che sia a rischio di estinzione in stretto nesso di causalità con il riscaldamento globale cui si deve la fusione dei ghiacci in quella zona della terra. Il Wwf lancia l’allarme spiegando che per la sopravvivenza di questa maestosa specie e delle altre che vivono negli stessi territori, specialmente a cavallo tra Canada e Groenlandia, occorre prima di tutto lottare contro i cambiamenti climatici. Questi stanno provocando una invasione di cavallette in ampie zone africane e asiatiche: la devastazione dei raccolti si ripercuote sulle gravi carenze alimentari. Il capo umanitario dell’Onu Mark Lowrock denuncia il fenomeno: potrebbe essere la piaga più devastante delle locuste mai avvenuta se non contrastiamo il problema più velocemente di quanto stiamo facendo in questo momento.

Lillo S. Bruccoleri

Nella foto: un orso polare