Libertà di stampa minacciata

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Il primo ministro polacco Beata Szydlo

Continuano ormai da tre giorni le proteste contro il piano governativo di limitazione dell’accesso degli organi di informazione nelle sedi parlamentari. Jaroslav Kaczynski, leader
del partito diritto e giustizia (Pis) di ispirazione populista, starebbe adottando una serie di misure ritenute antidemocratiche e per questo contestate da migliaia di cittadini. La principale rivendicazione rimane quella della libertà di stampa, che sarebbe limitata dalle nuove disposizioni: accrediti solo per due giornalisti a testata, limite di trecento permessi giornalieri per la stampa, solo cinque emittenti televisive autorizzate a registrare i lavori.

Il presidente della federazione europea dei giornalisti (Efj), che conta trecentoventimila aderenti di quarantatre paesi dell’area europea, ha rivendicato l’esigenza di consentire agli operatori della informazione di muoversi in piena libertà nel parlamento, in modo da garantire il più possibile trasparenza e pubblicità a quanto accade nei palazzi del potere. Secondo Szymon Roginski, fotografo che si è unito alla protesta, ogni giorno ci sono notizie che fanno capire come ci si stia sempre più allontanando dalla democrazia e per questo la gente ne ha abbastanza.
Nonostante le manifestazioni di piazza e le recriminazioni dei giornalisti, sembra che il partito
di governo conservi larghe fasce di popolarità soprattutto tra coloro che vivono lontano dai centri urbani. L’incremento della spesa sociale esercita una significativa influenza nel giudizio delle persone, che sono molto più attente ai problemi della quotidianità che alle petizioni di principio. Resta il fatto che si è giunti fino alla interruzione dei lavori della camera bassa (Sejm), l’equivalente del nostro senato. Sono scesi in campo i due partiti della opposizione, piattaforma civica e modern. Il leader di questa ultima formazione, Ryszard Petru, ha addirittura arringato la folla sostenendo che i polacchi non accetteranno i dittatori che stanno cercando di limitare l’accesso dei giornalisti al parlamento.
Ma intanto per uscirne hanno dovuto farsi scortare lo stesso Kaczynski e la premier Beata Szydlo, mentre il deputato di opposizione Jerzy Meysztowicz ha denunciato l’uso di gas lacrimogeni per riportare l’ordine.

N°102 lunedi 19 dicembre 2016