L’eterno rinvio

479

OGGI TRE ANNI FA

L’uscita britannica senza accordo non appare più ineluttabile, nemmeno al raggiungimento della data fissata per il consiglio europeo di questi giorni. Da Londra partono segnali distensivi con la ritrattazione degli ultimatum del primo ministro Boris Johnson: questa non è l’occasione per prendere atto che non c’è accordo, ma piuttosto per parlare ancora; solo dopo i colloqui con gli altri leader sarà presa una decisione. Mentre i due negoziatori, Michel Barnier per la Ue e David Frost per il Regno Unito, incoraggiano il proseguimento del dialogo, la cancelliera tedesca Angela Merkel interpreta il sentimento comune sostenendo che un’intesa commerciale con la Gran Bretagna è nell’interesse di tutti. Viene così isolata la posizione più rigida del presidente francese Emmanuel Macron, impegnato nel discorso alla nazione per la gestione della crisi pandemica; ma il suo ministro degli esteri Jean-Yves Le Drian lancia una linea morbida proponendo intanto di spostare la scadenza a metà novembre.

Lillo S. Bruccoleri

Nella foto: Jean-Yves Le Drian