Nelle elezioni presidenziali boliviane Evo Morales, che aspira a un quarto mandato, è in netto vantaggio sul rivale Carlos Mesa, ma non sembra in grado di evitare il suo primo ballottaggio fissato per il 15 dicembre. La stabilità democratica sarebbe in pericolo nel Cile, dove il presidente Sebastian Pinera agita lo spettro di Augusto Pinochet ma reprime i moti popolari con il coprifuoco e i carri armati in piazza; le proteste , scatenate dall’aumento tariffario della metropolitana, si sono estese a tutto il paese con la richiesta di riforme strutturali nei principali settori. Acque agitate anche nel Libano, dove il premier Saad Hariri, forte del sostegno di Francia, Stati Uniti e anche degli hezbollah vicini all’Iran, resiste al potere nonostante tutte le città siano in fermento contro la corruzione e il carovita; secondo fonti locali, vorrebbe sottoporre all’approvazione del consiglio dei ministri un piano per tagli radicali agli emolumenti di rappresentanti governativi e diplomatici.
Lillo S. Bruccoleri
Nella foto: Saad Hariri con Emmanuel Macron