Il governo resiste allo scandalo in Malesia

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Manifestanti a Kuala Lampur chiedono le dimissioni del primo ministro Najib Razak

Una rivelazione del Wall Street Journal ha scatenato la piazza a Kuala Lampur, dove sono convenuti in migliaia per chiedere le dimissioni del primo ministro Najib Razak. L’accusa è quella di avere dirottato sul conto personale settecento milioni di dollari appartenenti al fondo statale da lui stesso costituito (1Malaysia Development Berhad). La reazione non si è limitata a negare ogni addebito, ma si è tradotta in un giro di vite sulle dissidenze interne. Tredici arresti sono stati eseguiti ed altri se ne annunciano per i prossimi giorni. Tra le persone colpite da questi provvedimenti figura Maria Chin Abdullah, presidente del gruppo a favore della democrazia Bersih che ha organizzato la manifestazione: le viene contestato di avere infranto il Malaysia’s security offences (special measures), una legge introdotta nel 2012 per proteggere il paese dalle minacce contro la sicurezza. Laurent Meillan, rappresentante dell’ufficio per i diritti umani dell’Onu per il sud-est asiatico, ha chiesto il rilascio immediato e incondizionato della Abdullah e degli altri attivisti, sostenendo che la norma invocata non deve rivolgersi contro i dimostranti pacifici. L’artista Fahmi Reza ha parlato pubblicamente di un governo fatto di clown e truffatori e puntuali sono scattate le manette.

N°73  domenica 20 novembre 2016