La procura generale dello Schleswig-Holstein presenta una nuova richiesta di estradizione per il leader catalano Carles Puigdemont cui viene contestato il reato di ribellione. Ma a Madrid qualcosa sta cambiando: il socialista Pedro Sanchez diventa automaticamente il premier scalzando il conservatore Mariano Rajoy sfiduciato dal congresso dei deputati. Carlo Cottarelli, libero da impegni di governo, sfoga il suo sdegno nei confronti del commissario europeo Gunther Oettinger intervenendo al festival dell’economia di Trento: ha detto una stupidaggine e dovevano mandarlo via, non essendo sufficienti le scuse. Elegante commiato di Paolo Gentiloni che ringrazia tutta la squadra di governo e la moglie Emanuela Mauro fotografata con lui nel proprio ufficio: è stato un onore servire l’Italia che oggi viene lasciata in condizioni migliori di quelle di cinque anni fa. Il discorso non riguarda naturalmente la nazionale di calcio, che cede ai francesi nell’amichevole di Nizza per tre a uno, ma dimostra interessanti segnali di ripresa per il futuro. Giuseppe Conte giura nelle mani del capo dello stato seguito dai due vice presidenti del consiglio Luigi Di Maio e Matteo Salvini e dagli altri ministri; tutti insieme posano per la tradizionale foto al Quirinale: oggi la festa della repubblica si celebra con l’esecutivo gialloverde nato dopo tre mesi di gestazione. Il «Wall Street Journal» diffonde la notizia di un’amministrazione euroscettica al potere in Italia, la terza economia d’Europa; il ministro Giovanni Tria viene descritto come un economista che ha criticato l’eurozona affermando che ha fallito l’obiettivo di raggiungere la convergenza tra le diverse economie che compongono l’euroarea e di eliminare gli squilibri macroeconomici. La commissione europea porta davanti al Wto gli Stati Uniti e la Cina, gli uni per i dazi su acciaio e alluminio, l’altra per i diritti sulla proprietà intellettuale.
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