Fine della unanimità

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L’aspro confronto tra i paesi frugali e quelli mediterranei si è concluso in nottata con un sofferto accordo sul fondo di recupero nato dalla necessità di una strategia condivisa per affrontare l’emergenza. Il presidente del consiglio europeo Charles Michel era giunto a parlare di missione impossibile, ma alla fine la cancelliera tedesca Angela Merkel è riuscita a raccogliere il consenso su una bozza di compromesso. Svaniti i riferimenti ai valori ideali della unione continentale, la contesa si è sviluppata sulle cifre: si tratta di 750 miliardi di euro, di cui 390 a fondo perduto e 360 a titolo di prestito. Fonti italiane citate dall’Ansa delineano un quadro complessivo: la soluzione finale consente l’attivazione del freno di emergenza solo in casi eccezionali; l’intera procedura ricade sotto competenza della commissione, che per esplicito richiamo nel testo suffragato da un parere del servizio giuridico deciderà a maggioranza con la conseguente esclusione di ogni possibilità di veto.

Lillo S. Bruccoleri

Nella foto: Charles Michel con Ursula von der Leyen