L’adattamento alle mutazioni climatiche è il tema del dodicesimo salone internazionale degli investimenti agricoli e della tecnologia (Siat), in corso a Tunisi fino al 22 ottobre. Spiega Abderrahmene Cheffai, direttore generale dell’Apia, agenzia per la promozione degli investimenti nell’agricoltura: «La scelta di questa tematica è dettata dagli sforzi compiuti dalla comunità internazionale nel tentativo di identificare delle soluzioni per il cambiamento climatico e di attenuare i suoi impatti sull’ambiente, sulla sicurezza alimentare e sulla qualità della vita». Per l’Italia è presente Giuseppe Castiglione, sottosegretario per le politiche agricole, alimentari e forestali. Il problema è planetario anche se non sembra essere stato posto al centro dell’agenda del contemporaneo incontro a Washington tra il premier Matteo Renzi e il presidente Usa Barack Obama. Eppure le conseguenze si avvertono direttamente nell’economia e quest’anno le eccezionali condizioni atmosferiche si sono ripercosse in negativo sulla produzione delle olive, colpendo in particolare paesi come l’Italia e la Spagna.
Nei mesi scorsi l’Unione europea ha autorizzato l’importazione aggiuntiva dalla Tunisia di settantamila tonnellate di olio d’oliva extravergine, di cui cinquantaseimila senza dazi. Già nel 2015 si è registrato un aumento della produzione di quattro volte rispetto alla media degli anni precedenti. La Tunisia è così diventata il secondo produttore dopo la Spagna, mentre non disponiamo di dati significativi riguardo alla Grecia, che pure nell’antichità basava la propria economia proprio su questo prodotto al punto da punire con la pena capitale chi distruggesse indiscriminatamente gli alberi. Oggi il quadro è mutato e si affacciano nel mercato europeo soggetti economici che meritatamente stanno conquistando posizioni di crescente rilievo. Proseguono a Bruxelles le verifiche sulle compatibilità di bilancio italiane con i parametri riferiti principalmente alla incidenza del debito pubblico.
N° 41 mercoledì 19 ottobre 2016