Nel palazzo presidenziale a Damasco vengono accolti per una intervista alcuni giornalisti americani e britannici. Rivolgendosi in particolare al New York Times, Bashar al-Assad esclude cambiamenti politici fino a quando le sue forze non vinceranno la guerra, di cui addossa la responsabilità agli Stati Uniti e ai militanti islamici che hanno lasciato decimare la popolazione. «Sono solo un titolo, il presidente cattivo, il cattivo ragazzo che sta uccidendo i buoni», osserva il rais siriano, attribuendo agli Usa il desiderio di rovesciare il suo governo. Invece pensa di restare in carica fino al 2021, quando scadrà il suo terzo mandato, mentre le forze governative vinceranno la guerra e riprenderanno il controllo dell’intero paese, anche se finora, nonostante l’appoggio della forza aerea russa, i ribelli sono stati cacciati solo dalla metà del territorio di Aleppo, la più grande delle undici città della Siria.
N° 55 mercoledì 2 novembre 2016