C’è un giudice a Strasburgo

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Un’altra condanna viene pronunciata dalla corte europea dei diritti dell’uomo sui trattamenti disumani e degradanti riservati ai detenuti: l’eccessiva dimensione della popolazione carceraria ha ridotto lo spazio personale dei tre metri al netto degli elementi mobili. L’inadempienza è ritenuta ancor più grave dal momento che un’altra censura sulla stessa situazione era stata decisa sette anni fa senza che nel frattempo vi sia stato posto rimedio, nonostante la costruzione di nuovi edifici penitenziari che però hanno ricalcato la struttura di quelli precedenti. La notizia non riguarda il nostro paese ma la Francia, che era stata chiamata in causa a Strasburgo da una trentina di ricorrenti reclusi in sei diversi stabilimenti: in particolare si è osservato che non hanno giovato a far cessare o a migliorare le condizioni di trattamento diversi contenziosi amministrativi giudicati relativamente lunghi e comunque inefficaci. Tutto ciò mentre da noi si infiamma il dibattito sulla prescrizione.

Lillo S. Bruccoleri

Nella foto: la corte europea dei diritti dell’uomo