Ottanta rappresentanti di governi e di organizzazioni internazionali hanno animato a Bruxelles la conferenza sulla Repubblica centrafricana voluta dal suo presidente Faustin-Archange Touadéra e dall’alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza Federica Mogherini.
Nella occasione è stato presentato un ambizioso piano quinquennale per la ricostruzione di un paese dilaniato da contrasti interni che fino a tre anni fa era sull’orlo dell’abisso. Lo stanziamento dei paesi donatori, tra i quali figura l’Italia, si aggira nel complesso intorno ai due miliardi di euro.
L’iniziativa è stata promossa dall’Unione europea, dall’Onu rappresentata dal vice segretario generale Jan Eliasson e dalla Banca mondiale, per la quale è intervenuto il vice presidente Makhatar Diop.
In un articolo a firma congiunta si sostiene che le sfide che ci aspettano sono immense, ma la strada verso la pace è possibile. Questa è del resto la speranza che aleggia nel paese, confortato nella fase di transizione verso la democrazia avviata proprio tre anni addietro dal sostegno della comunità internazionale.
In apertura dei lavori Mogherini ha sottolineato che stiamo vivendo un momento chiave del futuro di questo stato. Per parte sua Touadéra ha valorizzato i risultati positivi ottenuti nei primi mesi di governo grazie alla determinazione del popolo che ha partecipato alle elezioni con una affluenza numerosa e soprattutto in modo pacifico In tale contesto è importante rilanciare il sistema produttivo attraverso il partenariato tra il settore pubblico e quello privato, prestando la dovuta attenzione alla grave emergenza umanitaria che impone di affrontare il problema della reintegrazione dei rifugiati.
La situazione relativa alla sicurezza sta migliorando, ma rimane ancora fragile a causa dei tentativi di disturbo e di incitamento alla violenza. Le agenzie umanitarie stentano a raggiungere i 2,3 milioni di persone, la metà della popolazione, che continuano a trovarsi in condizioni di difficoltà che bisogna superare.
L’Italia ha fatto sentire la sua voce attraverso Mario Giro, vice ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Non mancherà il nostro sostegno al fragile processo di riconciliazione e di stabilizzazione del paese, intensificando ulteriormente lo sforzo finanziario a favore delle categorie più vulnerabili della popolazione civile e sfruttando appieno l’ampio potenziale operativo delle numerose organizzazioni non governative presenti nell’area.
Sarà di quindici milioni nel triennio l’apporto assicurato dal governo italiano, la cui azione continuerà a indirizzarsi verso i settori a più forte impatto sociale, come la sicurezza alimentare, la protezione, l’educazione e la salute, e si articolerà sia in progetti bilaterali realizzati dalle nostre Ong, sia in contributi multilaterali.
Alla base dell’impegno italiano c’è la fiducia nei confronti del presidente Touadéra affinché riesca a traghettare il paese verso la democrazia, la pacificazione interna e la ripresa economica: è un percorso irto di ostacoli, ma l’Italia non farà mancare il proprio sostegno alla Repubblica centrafricana.
N°71 venerdì 18 novembre 2016