De Gasperi, Presidente del Consiglio dei Ministri. (Si leva in piedi — Vivissimi applausi). Il Governo saluta nell’Assemblea l’espressione della sovranità popolare.
Eletto il Capo provvisorio dello Stato, il Governo rimetterà nelle sue mani i poteri di cui era investito durante il periodo di transizione.
Si compie così legalmente e pacificamente il più grande rivolgimento della storia politica moderna d’Italia.
Con ardimento, con tenacia, con sforzo disciplinato abbiamo gettato un ponte sull’abisso fra due epoche, riuscendo a compir l’opera lunga e difficilissima senza perdita di uomini e di materiali.
Qual popolo può richiamarsi a simile esempio di verace democrazia?
Altrove furono il terrore, i massacri, la guerra civile.
Operano nella Repubblica italiana le tendenze universalistiche del Cristianesimo, quelle umanitarie di Giuseppe Mazzini, quelle di solidarietà del lavoro, propugnate dalle organizzazioni operaie.
Questa democrazia sarebbe chiamata ad un’utilissima funzione nella ricostruzione internazionale.
Come non sentire che colpirci in questo momento nella nostra vitalità nazionale, significa anche indebolire la missione internazionale che storia e natura ci hanno affidato?
Conosco ed apprezzo gli uomini che negoziano e deliberano, in nostra assenza, a Parigi; essi sanno, per averglielo io detto e ripetuto occhi negli occhi: la comunità nazionale italiana, colla migliore buona volontà non può, fisiologicamente, non può sopportare certe mutilazioni e certe perdite di sangue. (Vivi applausi).
Se proprio fosse vero che la mano è alzata per colpirci, fermatela; offuschereste, e rischiereste anzi di spegnere una luce nuova e antica, in un momento in cui il mondo già minaccia di declinare verso le tenebre del passato. (Vivissimi generali prolungati applausi).
N° 20 mercoledi 28 settembre 2016