Anche questa è Germania

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Beethoven è con noi: a due secoli e mezzo esatti dalla nascita del genio si apre a Bonn un anno giubilare caratterizzato da un migliaio di eventi tra mostre, conferenze e naturalmente concerti; solo negli ultimi due giorni, in anticipo sulle altre manifestazioni, ne sono stati eseguiti un po’ dappertutto in appartamenti, chiese, birrerie, case di riposo, centri di yoga. L’anniversario cade all’indomani dell’inequivocabile trionfo elettorale di Boris Johnson e della conseguente uscita irreversibile del Regno Unito dalla Unione europea, che per identificarsi si è ispirata al movimento finale della nona sinfonia di Ludwig van Beethoven, l’Ode alla gioia (An die Freude), nell’adattamento di Herbert von Karajan. Per esaltarne il significato è stata scelta solo la musica, omettendo le parole tratte dall’omonimo poema di Friedrich von Schiller che pure, sulla scia di un fenomeno culturale di uguale origine tedesca, propugnava l’ideale romantico di una società fondata sull’amicizia universale.

Lillo S. Bruccoleri

Nella foto: Ludwig van Beethoven nel ritratto di Joseph Karl Stieler