Le elezioni irlandesi, al netto delle formazioni minori, assegnano pressoché alla pari un terzo dei seggi in parlamento a ciascuna delle tre forze principali: i conservatori con Fianna Fáil di Micheál Martin e Fine Gael di Leo Varadkar, primo ministro uscente; la sinistra nazionalista con Sinn Féin di Mary Lou McDonald, che nonostante abbia trionfato nelle urne sarà solo la seconda forza in virtù del sistema elettorale per cui la ripartizione dei seggi non corrisponde alla percentuale dei voti ottenuti. Ma tanto basta a far inneggiare alla rivoluzione gli eredi politici dell’Ira, l’armata repubblicana negli anni cruenti delle rivendicazioni nei confronti del Regno Unito, che ora aspirano alla guida del paese magari con un governo di minoranza. Frattanto il premier britannico Boris Johnson, al di là dei rilevanti problemi tecnici di fattibilità, torna a proporre un ponte per collegare la Scozia con l’Irlanda del nord e suggellare così il legame con le due nazioni più ostili alla Brexit.
Lillo S. Bruccoleri
Nella foto: Mary Lou McDonald