Nella imminenza delle elezioni israeliane viene legalizzato l’avamposto cisgiordano di Mevood Yericho, che però dovrà attendere per la fine della procedura la formazione del nuovo governo. Si vota in Tunisia per il presidente, mentre l’affluenza alle urne precipita a livelli da record; i primi exit poll rivelano percentuali molto lontane da quelle che eviterebbero il ballottaggio, che si dà per probabile tra il giurista indipendente Kais Said e il magnate Nabil Karoui attualmente detenuto. Si voterà anche in Umbria e l’appuntamento è atteso con trepidazione dal fronte leghista: Salvini proclama nel raduno di Pontida che dopo cinquanta anni di sinistra c’è voglia di cambiare e non c’è trucco di palazzo che tenga; Di Maio è evidentemente disperato al punto da supplicare il Pd per evitare che il Movimento sparisca anche in quella regione. Ma lo stesso Di Maio intende il cambiamento in senso opposto e lancia con successo l’idea di un patto civico nel segno di serietà, fiducia e competenza.
Lillo S. Bruccoleri
Nella foto: immagine da un seggio elettorale tunisino