Oggi è certo che l’insegnamento obbligatorio della educazione civica nelle scuole è rinviato nonostante l’approvazione definitiva della relativa legge avvenuta lo scorso primo agosto. Allora il ministro Marco Bussetti aveva parlato di giornata storica lasciando intendere che si sarebbe partiti dal prossimo settembre; invece non sarà così perché la pubblicazione, il cui ultimo giorno utile sarebbe stato ieri, non potrà avvenire quindici giorni prima della fine del corrente anno scolastico. Anche stavolta è sfuggito il ruolo del capo dello stato, che in ultima istanza è decisivo e lo sarà certamente nella gestione della crisi di governo per ora solo annunciata ma non formalizzata. L’attenzione delle due forze di maggioranza si concentra sulla riduzione prioritaria del numero dei parlamentari e sul conseguente risparmio valutato in mezzo miliardo di euro, ma il discorso è astratto perché questa riforma non entra subito in vigore essendo stata approvata al senato con un quorum inferiore ai due terzi.
Lillo S. Bruccoleri
Nella foto: il ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca