Scagionato in primo grado dalle accuse che lo avevano portato sul banco degli imputati, Ignazio Marino dichiara commosso di essere felice e di avere aspettato questo esito sapendo di essere innocente. La sua vicenda ha immediate ripercussioni politiche e adesso il partito democratico che lo aveva sfiduciato e praticamente destituito esclude che quella decisione fosse stata determinata dalle traversie giudiziarie del primo cittadino della capitale. Il commissario del Pd romano Matteo Orfini dichiara di non aver mai chiesto le dimissioni di Marino per la vicenda degli scontrini ma per la sua totale incapacità di gestire la città di Roma. Sulla stessa linea il ministro Maria Elena Boschi secondo la quale al sindaco veniva contestato il modo di governare la città, mentre Stefano Fassina sostiene che gli si debba chiedere scusa per averlo liquidato con le firme dal notaio.
N° 30 sabato 8 ottobre 2016