La Spagna vive una nuova crisi di governo: il premier Mariano Rajoy, nel cui partito si sono registrate pesanti condanne per corruzione, sarà sottoposto venerdì primo giugno al voto di sfiducia su mozione del Partito socialista, che presenta il programma del candidato alternativo Pedro Sanchez, verso il quale il segretario di Podemos Pablo Iglesias ha offerto l’appoggio senza condizioni. Alla sfiducia si avvia il presidente incaricato Carlo Cottarelli, che subito dopo la nomina dei ministri che si prevede tempestiva si presenterà in parlamento per essere bocciato così come accadde al primo governo Andreotti caduto alla fine della quinta legislatura dopo nove giorni, ma rimasto in carica all’inizio di quella nuova per un totale di quattro mesi e otto giorni, quando il presidente del consiglio dopo avere vinto le elezioni successe a se stesso con una coalizione tra Democrazia cristiana, Partito socialista democratico e Partito liberale e l’appoggio esterno del Partito repubblicano; quest’ultimo ne determinò la fine ritirando il proprio sostegno: la durata di questo gabinetto fu in tutto di un anno e undici giorni; quello successivo, il quarto presieduto da Mariano Rumor, si costituì con la presenza di tutti e quattro i partiti. Compie centocinque anni Mario Feingold, l’ebreo di Bolzano che dopo essere sopravvissuto a quattro campi di concentramento aiutò centomila persone dirette in Palestina. Steffen Seibert, portavoce della cancelliera tedesca Angela Merkel, sottolinea la libertà di stampa anche quando nel parlare di italiani scrocconi si contraddice il comportamento generale del governo il cui linguaggio viceversa è rispettoso; in conclusione l’Italia è un membro importante dell’Unione europea. Lo stratega elettorale di Trump, Steve Bannon, definisce disgustoso, fascista e antidemocratico quanto avvenuto nelle ultime ore in Italia, la cui sovranità è stata strappata da poteri, capitali e media stranieri.
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