Un cimitero tecnologico, oggi, sarebbe inconcepibile in un paese così tradizionalista, almeno nei confronti dei defunti, come il nostro. Ma in Giappone, un posto dove anche i water sono altamente tecnologici, non potevano lasciarsi sfuggire l’occasione di trasformare anche i cimiteri in qualcosa che sembra più una discoteca, per il nostro modo di vedere le cose. La questione più incredibile è, però, che tutto il sistema rispetta profondamente i defunti e i loro parenti ancora in vita: vediamo come funziona.
Il Giappone è un paese che ha una serie di problemi con la popolazione, soprattutto relativamente alle nascite. I figli sono sempre meno, gli anziani sempre di più, e questo porta a far decadere l’idea di “discendenza familiare” presente in passato. I cimiteri giapponesi erano infatti per lo più strutturati come tombe di famiglia, in cui si trovavano le ceneri degli antenati, a cui si presta molto rispetto, e che i figli provvedevano a mantenere. Ma quando i figli non ci sono, purtroppo, le cose cambiano e le tombe stavano diventando sempre più delle basi per le erbacce. Non solo: spesso i discendenti non hanno la possibilità di pagare la manutenzione delle lapidi.
È in questa ottica che sono nati i cimiteri hi-tech, qualcosa di davvero incredibile. Le persone scelgono di essere sepolte in uno di questi posti, che sono essenzialmente delle immense pareti completamente ricoperte da statue di Buddha, che si illuminano di colori diversi. Non c’è nome, non ci sono date, ma solo la consapevolezza che dietro una di quelle statue c’è la cenere del proprio caro.