Una medaglia per Biden

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Barack Obama e Joe Biden: otto anni insieme alla Casa Bianca

A una settimana dall’avvicendamento alla Casa Bianca, Barack Obama nella cerimonia di commiato dal suo vice Joe Biden lo ha definito il miglior vice presidente che gli Stati Uniti abbiano mai avuto, un leone della storia americana. Poi ha voluto premiarlo tributandogli lo stesso riconoscimento con il quale in passato erano state insignite personalità come papa Giovanni Paolo II, l’ex presidente Ronald Reagan e l’ex segretario di stato Colin Powel.

Ecco le parole che hanno emozionato i presenti e commosso alle lacrime il destinatario: «Nella mia ultima volta da presidente ho il piacere di concedergli la più alta onorificenza civile della nostra nazione, la medaglia presidenziale per la libertà».

Due giorni prima, nel discorso di addio alla nazione pronunciato a Chicago, aveva dichiarato: «Non possiamo dare la nostra democrazia per scontata. Il successo dell’America dipende dalla nostra partecipazione. Tutti noi dobbiamo vigilare, essere guardiani di questa democrazia». Poi ci voleva un riferimento storico e non poteva che essere il più significativo.

«Duecentoventi anni fa fu il generale Washington a lanciare una tradizione che sarebbe stata seguita da quasi tutti i suoi successori, un discorso di addio, un messaggio alla nazione denso di promesse, sfide, malinconie, speranze. Washington diede ai giornali un manoscritto di trentadue pagine di alto contenuto intellettuale. Spiegava perché, per evitare incrostazioni del potere, dopo otto anni si sarebbe ritirato per passare la torcia “a un altro cittadino”. Nel discorso, ispirato, e in molti tratti poetico, parlava di tutto, di unità del paese, di rapporti con i paesi stranieri, di alleanze, di spese militari e soprattutto di valori etici, dell’importanza “dell’onestà”, della trasparenza, del rispetto, della separazione dei poteri».

Più specifico il messaggio testuale del «padre» della nazione americana ai suoi cittadini: «Che la vostra unione e il vostro affetto fraterno possa essere perpetuo; che la libera costituzione, il prodotto delle nostre mani, sia mantenuta sacra; che la sua amministrazione, in ogni dipartimento sia caratterizzata da saggezza e virtù». Se non proprio un ammonimento per Donald Trump, che tra una settimana esatta si insedierà alla Casa Bianca, è questo un richiamo che segna la continuità istituzionale in nome dei più alti valori di civiltà nei quali una intera nazione non può che continuare a riconoscersi.

 

N°125 sabato 14 gennaio 2017